in , , ,

Brucia la Sicilia. 185 animali morti e 100 ettari di territorio devastati – Indagini in Corso

Il rumore incessante dei Canadair. L’odore costante di fumo. La puzza di bruciato. Continua l’emergenza……

immagine di repertorio

Un grave incendio ha colpito una vasta zona collinare e di campagna nel territorio di Caltabellotta, causando danni ingenti. Le contrade coinvolte nell’incendio sono “Favara di Burgio”, “Cottonaro”, “Lavanghe”, “Ospedale Callisi”, “Cammauta” e “Cannonina”. Le fiamme hanno provocato la morte di 185 ovini, pecore e capre, che si trovavano in un ovile colpito dal rogo.

Oltre agli animali, l’incendio ha devastato aree private e demaniali, distruggendo circa 100 ettari di macchia mediterranea e più di 1.000 alberi di ulivo. Le operazioni di spegnimento sono state condotte dai vigili del fuoco di Agrigento e Sciacca, dalla Forestale, e con il supporto di due elicotteri e due Canadair. Dopo ore di lavoro, il fronte di fuoco si è ristretto a oltre 700 metri.

Le autorità ritengono che l’ipotesi più probabile sia quella di un piromane che ha appiccato il fuoco alla sterpaglia senza alcun motivo apparente, causando l’immediata propagazione delle fiamme. Le vittime di questo incendio sono stati gli innocenti animali e il prezioso patrimonio naturale e agricolo dell’area colpita.

Le indagini per individuare l’incendiario sono state avviate dai carabinieri e dagli agenti del corpo Forestale. Il loro obiettivo è di risalire all’autore di questo tragico episodio di incendio doloso e assicurarlo alla giustizia. Nel frattempo, la comunità locale è addolorata e preoccupata per le conseguenze disastrose dell’incendio sulla flora, la fauna e l’ambiente circostante.

What do you think?

Written by forestalinews

Per contattarci cliccate sulla busta sopra. Saremo lieti di rispondervi :)

Comments

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Loading…

0

Comments

0 comments

Isole Eolie. Dopo Lipari, secondo incendio a Vulcano

La figura degli operai Forestali tra precarietà, e ritardi sulle attività di prevenzione