Il piano vaccinazioni cambierà. Non si aspetterà più di aver messo in sicurezza gli over 60 per passare alla vaccinazione di massa. Basterà averlo fatto con gli over 65. La notizia, filtrata nei giorni scorsi, è stata confermata dal commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, che ha dichiarato: «Quando avremo messo in sicurezza gli over 80, 70 e 65 si potrà dare la possibilità alle aziende di vaccinare il proprio personale e superare il concetto di classe di età».
L’idea, ribadita anche a Repubblica è insomma completare la vaccinazione degli over 65, per poi aprire all’immunizzazione senza fasce d’età e forse senza neppure la prenotazione. Utilizzando anche le aziende. Il tutto «da fine maggio». E sfruttando anche «centri vaccinali nelle località turistiche». Per incrementare le somministrazioni si conta altresì sui 30 mila medici di famiglia che hanno aderito alla campagna e sulle farmacie. L’idea è: «chi ha più di 30 anni si presenta e si vaccina».
Il cambio di passo
Come mai questo cambio di passo, annunciato ufficialmente dopo che il 29 aprile e 30 aprile è stato centrato il target delle 500mila vaccinazioni giornaliere? L’impressione è che Figliuolo abbia preso atto della realtà. Le regioni da un lato hanno dato una forte accelerazione alla campagna vaccinale. Ma dall’altro reclamano un margine di autonomia. La direttiva di Figliuolo di «assicurare la copertura delle categorie indicate, senza estendere – fino a nuove disposizioni – le prenotazioni a soggetti di età inferiore a 60 anni» non è stata seguita da tutti.
Campagna under 60 già partita
Le Regioni vanno in ordine sparso. E alcune già vaccinano gli under 60. In Campania il 27 aprile sono state aperte le prenotazioni per i 50-59 enni. E malgrado la contrarietà del commissario Figliuolo, Procida e Capri si avviano già a ultimare la vaccinazione di massa e puntano a essere la prima isola Covid free d’Italia. Il 30 aprile il Lazio ha aperto le prenotazioni anche per i nati nel 1962-63 (ossia i 58-59enni).
A questa platea saranno dedicati tutti i vaccini, compresi Astrazeneca e Johnson & Johnson che possono essere scelti su base volontaria. In Liguria dall’11 maggio potranno prenotare le persone under 60 con fragilità e le persone con 55-59 anni.
Vaccinazione di massa anticipata a fine maggio
Perché non attenersi scrupolosamente ai dettami commissariali? Perché è più rapido raggiungere tramite la prenotazione online fasce di popolazione che attendono la vaccinazione, piuttosto che dedicarsi a completare per intero il ciclo vaccinale delle fasce di età già aperte, “rincorrendo” i più anziani che ancora non si sono prenotati e per i quali comunque rimangono aperti slot vaccinali. Di qui la decisione del commissario di non entrare in conflitto con le regioni. E di anticipare a fine maggio la fase della vaccinazione di massa.
Vaccini disponibili
Stavolta, del resto, non ci saranno giustificazioni. La materia prima c’è. Dopo i 2,2 milioni di dosi Pfizer e le altre 2 milioni di dosi AstraZeneca arrivate a fine aprile, a maggio se ne aspettano altre 17 milioni. E ulteriori 30 milioni a giugno. Numeri più che sufficienti per correre finalmente alla velocità di crociera di 500mila iniezioni al giorno: una soglia minima sotto la quale ora si proverà a non scendere più fino all’immunità di gregge entro settembre, quando si punta ad aver vaccinato almeno l’80% degli adulti. Non resta che sperare che le forniture arrivino puntuali: dosi regolari, a cadenza settimanale, consegnate negli hub vaccinali secondo la propria rete logistica.
Vaccinazioni in azienda, 732 siti già pronti
A fine maggio si dovrebbe cominciare dunque anche con la campagna di vaccinazione aziendale. E così si aggiungeranno almeno 732 punti vaccinali all’attuale rete (circa 2.400 hub) coinvolgendo tutte le grandi aziende che hanno già contattato la struttura commissariale e le regioni, di cui una gran parte aderisce a Confindustria che ne ha stilato il programma.
Il modello israeliano del Lazio
Se l’idea di Figliuolo è: «chi ha più di 30 anni si presenta e si vaccina», vanno decise le modalità con le Regioni. Gli open day organizzati in Basilicata e Sicilia hanno registrato resse e assembramenti. L’alternativa potrebbe essere il cosiddetto «modello israeliano» con prenotazione per classi di età adottato dal Lazio. Contattati attraverso i canali diplomatici, i sanitari israeliani hanno fornito in particolare un consiglio: non fate confusione. E quindi: basarsi per quanto possibile solo sulle fasce d’età, dai più vecchi ai più giovani, senza dare retta a chi insiste con altre priorità; niente open day; assegnare a ogni centro uno e un solo tipo di vaccino per agevolare il percorso verso la seconda dose.
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