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E’ una Finanziaria già vecchia. Vi è la norma per stabilizzare i portaborse. Servono 51 milioni per i Forestali

E’ sempre la solita storia e la stessa perenne agonia quando si parla di finanziaria. Strascichi che vanno per le lunghe e sperpero di denaro che seppur sia sempre limitato per alcuni soggetti, non lo è per tanti altri che vanno a limare ciò che la politica vuole Dai portaborse al personale Covid passando per una sfilza di contributi a carnevali, Comuni ed enti. Pubblicata in Gazzetta della legge Finanziaria, una Finanziaria figlia della spartizione, parlamentare. 

Fino alla fine, così, nella tarda serata di quel 13 maggio i deputati hanno fatto il loro, presentando subemendamenti ai maxi emendamenti. Le conseguenze sono state due. La prima: durante il voto si è votato quasi ‘a scatola chiusa’ tant’è che qualche deputato durante quelle ore concitate aveva chiesto di rinviare l’aula per capire cosa contenessero le norme. Se conoscere gli emendamenti è stato complicato, quindi, figurarsi capire cosa ci fosse nei sub emendamenti sono stati cuciti sul momento. Poi la seconda conseguenza è stata la difficoltà di rimettere assieme tutti i tasselli. Ardua attività che è toccata agli uffici e che ha fatto protrarre per due settimane la collazionatura del testo.

Passata inosservata la norma, per la stabilizzazione del personale Covid amministrativo e tecnico, circa 3 mila persone. Non è passata inosservata invece la cosiddetta “norma sui portaborse”, una norma su cui, stando alle cronache dei corridoi di Palazzo dei Normanni, si sarebbe spaccato il fronte di quella nuova maggioranza parlamentare anti-Musumeci composta da opposizioni Fi, Lega e Mpa. La disposizione è stata voluta dalla triade Miccichè-Sammartino-Di Mauro e punta a stabilizzare e rendere stabile il contratto che alcuni dipendenti dei gruppi o del consiglio di presidenza hanno con gli stessi. Ogni legislatura, infatti, i gruppi parlamentari assumono del personale con contratti a tempo indeterminato. Se però il gruppo finisce di esistere i lavoratori non stabilizzati rischiano di perdere il lavoro. Da qui la norma per la stabilizzazione. Al parlamento siciliano non è la prima volta che si vara una disposizione del genere. Avvenne nel 2013 e ancora nel 2018.

La norma prevede che possano entrare nell’elenco degli stabilizzati coloro che hanno avuto un rapporto di lavoro subordinato con contratto a tempo indeterminato con Gruppi parlamentari in questa e nella precedente legislatura, coloro che hanno rapporto di lavoro subordinato con contratto a tempo indeterminato presso le Segreterie particolari dei componenti del Consiglio di Presidenza; limitatamente alla XVII legislatura, valgono anche i rapporti di lavoro D6.

Anche in questo caso si tratta di una norma i cui confini dovranno essere delineati nelle prossime settimane. Con la pubblicazione della legge la palla passa al Consiglio di presidenza che deciderà le modalità di selezione del personale. Ad aspirare al posto sarebbero circa 80 persone mentre i posti disponibili dovrebbero essere circa 20, tanto il numero delle persone che andranno in pensione a fine legislatura.

Intanto la finanziaria in cui le norme di spesa sono principalmente mance elettorali o spese congelate nasce vecchia. Proprio mentre si compie l’atto che ne sancisce l’efficacia giuridica, infatti, arriva una novità destinata a farà cambiare parte del bilancio. È di qualche giorno fa, infatti, la notizia del via libera da parte dei Consiglio dei ministri di 211 milioni di euro per la Regione Siciliana. Si tratta di una cifra attesa dal governo regionale che giù durante nel giorno del voto della legge finanziaria aveva esposto come queste risorse sarebbero arrivate nel giro di due settimane.

A cosa dovrebbero servire è presto detto. Basta guardare la tabella con le spese congelate. C’è da ristabilire la dotazione finanziaria per i forestali per impedire che a fine luglio le campagne antincendio si debbano fermare; servono 51 milioni di euro. E poi: i fondi per gli investimenti dei Comuni (mancano 47 milioni), i fondi per l’espletamento del trasporto pubblico locale (68 milioni di euro), quelli per gli ex Pip (12 milioni di euro), la Sas (16 milioni) e il trasporto marittimo con le isole minori: mancano 26 milioni di euro.

In questo caso la palla passa alla giunta. Spetta al governo regionale infatti assumere la decisione attorno a quale spesa scongelare. Certo non tutti potranno essere contenti: le spese in attesa di copertura per essere autorizzate sono 468 milioni di euro. I 211 milioni quindi sono una boccata d’ossigeno, non la fine dei problemi.

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Written by forestalinews

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