Sotto estrema tensione e fra rinnovate polemiche, le ultime ore dell’evacuazione degli statunitensi dall’Afghanistan. Ma all’approssimarsi della scadenza di questo martedì, ha detto il presidente Biden, restano ormai non non più di 300 cittadini. 5.500 quelli già evacuati grazie a un ponte aereo, a partire dal 14 agosto, vigilia della presa della città da parte dei talebani.
Le truppe britanniche hanno invece già lasciato Kabul, ma le operazioni sono state complicate dall’attentato rivendicato dall’ISIL e che giovedì, proprio nei pressi dell’aeroporto, ha provocato un centinaio di morti, fra cui 13 militari statunitensi.
Dopo l’attacco di sabato nell’est del Paese contro alcuni membri del sedicente Stato Islamico, la rappresaglia USA è proseguita domenica con la distruzione di un’autobomba che si dirigeva verso l’aeroporto della capitale afghana. Nessuna ufficialità, ma media locali e CNN hanno parlato di nove vittime civili, tra cui sei bambini, tutti membri della stessa famiglia.
Una versione in parte accreditata dalle testimonianze affidate alle telecamere internazionali da numerosi residenti. Uno di loro parla di un razzo, che avrebbe distrutto una casa, ferendo almeno sei persone. Uno dei suoi vicini racconta che si trovava sul tetto della sua abitazione, quando la facciata di un immobile nelle vicinanze è andata completamente distrutta.
Con i talebani ormai saldamente al controllo della città, ad allarmare la comunità internazionale è ora cosa accadrà dopo la partenza degli ultimi cittadini statunitensi. Washington tenterà ora di definire un “approccio univoco” con Nato, Unione Europea e altri partner chiave, mentre – sempre nelle prossime ore – l’Afghanistan sarà anche sul tavolo di una riunione dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza ONU.
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