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La polizia può chiedere i documenti senza motivo?

Ti hanno fermato i carabinieri? La polizia ti ha chiesto di aprire lo zaino? Gravi problemi di ordine pubblico hanno indotto, in tempi recenti, il parlamento ad emanare leggi per la prevenzione dei reati più gravi.

Un poliziotto fuori servizio può chiedere i documenti? Che succede se i carabinieri, mentre vaghi a zonzo in stazione, ti chiedono la copia della carta d’identità e poi la fotografano? Un capotreno può chiederti il passaporto? Cosa controlla la polizia quando di ferma? Il problema dell’identificazione dei cittadini da parte della polizia o dei militari è particolarmente sentito. Nonostante infatti sia obbligatorio fornire le proprie generalità ed esibire un documento che le comprovi agli agenti o agli ufficiali di polizia che ne fanno richiesta, molte persone non ritengono necessario premunirsi di un documento di identità e non sono consapevoli dei rischi che ciò comporta. Ecco che dunque sorge spontaneo chiedersi in questi casi: la polizia può chiedere i documenti senza motivo? 

Immagina di camminare pacificamente, di notte, sulle vie del centro storico di una città dove non sei mai stato. Sei incerto sulla direzione da prendere e appari spaesato. Una serie di tatuaggi e uno zaino pieno di cianfrusaglie richiamano però l’attenzione di due agenti del luogo per i quali sei uno sconosciuto. I poliziotti ti fermano e ti chiedono i documenti. Ma siccome non è obbligatorio portare con sé la carta d’identità e non stai guidando l’auto, ragion per cui non hai la patente, fai spallucce. I due però pretendono di portarti in questura. Possono farlo?

Cerchiamo di capire se la polizia può chiedere i documenti senza motivo.

Obbligo di fornire le proprie generalità alla polizia

Questo argomento è stato trattato nel corso degli anni da varie leggi, a partire dal Codice penale del 1930, seguito dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza e dal relativo regolamento che risalgono al 1931 fino alla legge n. 191 del 1978 sulla prevenzione e repressione di gravi reati. 

Se un pubblico ufficiale (di solito un appartenente all’Arma dei Carabinieri, alle Forze di Polizia, alla Guardia di Finanza, al Corpo dei Vigili Urbani, ma non solo) ne fa richiesta, si è tenuti a fornirgli le proprie generalità complete. In caso contrario, si commette un reato per il quale è previsto l’arresto ad un mese e un’ammenda di circa 200 euro. 

Fin troppo banale specificare che è necessario produrre un documento di identità valido: non quindi uno scaduto, né tantomeno uno falso. 

L’identità personale può essere dimostrata innanzitutto con la carta d’identità fornita dal Comune di residenza o con documenti aventi uguale valore. Sono considerati tali tutti i documenti muniti di fotografia e rilasciati da una amministrazione dello Stato, come la patente o il passaporto. Non è un documento d’identità la tessera sanitaria.

Chi non si lascia identificare, se è una persona “pericolosa o sospetta”, commette reato.

Ci si può rifiutare di fornire le proprie generalità solo quando la richiesta sia ingiustificata o arbitraria.

Una cosa, però, è l’obbligo di fornire le proprie generalità, a cui come detto è tenuto ogni cittadino (fatto salvo le pretese ingiustificate o arbitrarie), un’altra è invece l’esibizione dei documenti d’identità. La legge parla chiaro: solamente chi rifiuta, dietro richiesta di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, di dare indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio stato, o su altre qualità personali, è perseguibile penalmente. In altri termini, la polizia può chiederti di identificarti, cioè di fornire le tue generalità (nome, cognome, residenza, ecc.), ma non di estrarre dalla tasca i documenti e di consegnarglieli.

Un poliziotto fuori servizio può chiederti i documenti?

Un poliziotto fuori servizio non può chiederti le generalità (tantomeno i documenti, come spiegato sopra), salvo intervenga attivamente in una circostanza in cui c’è bisogno delle forze dell’ordine, come ad esempio nel caso del pirata della strada che, violando la legge, per poco non investe un pedone o di un facinoroso che, nel corso di una manifestazione per strada, distrugga le vetrine dei negozi. In un caso del genere, il poliziotto formalmente fuori servizio, intervenendo per chiedere le generalità del conducente al fine di contestare l’infrazione, si trova concretamente nell’esercizio delle sue funzioni e, pertanto, ha il diritto di conoscere le generalità della persona fermata.

Gli stranieri e l’obbligo di identificazione

Gli stranieri residenti in Italia devono, invece, esibire il permesso di soggiorno valido rilasciato dalla Questura del luogo in cui risiedono. 

Che succede in caso di rifiuto all’identificazione

Chi si rifiuta di fornire le proprie generalità o non è in grado di provare la propria identità con un documento, può essere sottoposto a rilievi segnaletici, ma non a ispezioni personali. Inoltre, se vi sono indizi sufficienti per ritenere che le indicazioni fornite siano false o lo siano i documenti esibiti, gli ufficiali o gli agenti di polizia possono disporre l’accompagnamento della persona nei propri uffici (ossia in Questura o alla stazione dei Carabinieri) e trattenerla per il tempo strettamente necessario alla sua identificazione, e comunque non oltre 12 ore oppure, previo avviso anche orale al pubblico ministero, non oltre le ventiquattro ore, quando l’identificazione risulti particolarmente complessa.

Di ciò deve essere data immediatamente notizia al pubblico ministero il quale può anche decidere l’immediato rilascio se ritiene che non ricorrono le condizioni di legge.

Il fermato ha diritto di avvisare un familiare o un convivente. Non ha, però, diritto ad un avvocato.

La carta d’identità

Ricordiamo che la carta d’identità è un documento di grande utilità che può far comodo portare dietro quando si esce di casa. La carta d’identità scade dopo 5 anni nel giorno del compleanno del titolare. Può essere utilizzata per l’espatrio all’interno dell’Unione Europea, anche per motivi di lavoro.

Quando la carta d’identità non può essere usata all’estero, l’ufficio che la emette vi pone un timbro con la scritta “non valida per l’espatrio”. 

Una carta d’identità scaduta non costituisce un documento di identificazione valido.

Costituisce reato dichiarare falsamente lo smarrimento della carta d’identità solo per ottenerne una nuova. Leggi la guida sulla falsa denuncia di smarrimento della carta d’identità.

Normativa

Art. 4 –  T.U. leggi di pubblica sicurezza del 1926

«L’autorità di pubblica sicurezza ha facoltà di ordinare che le persone pericolose o sospette e coloro che non sono in grado o si rifiutano di provare la loro identità siano sottoposti a rilievi segnaletici.

Ha facoltà inoltre di ordinare alle persone pericolose o sospette di munirsi, entro un dato termine, della carta di identità e di esibirla ad ogni richiesta degli ufficiali o degli agenti di pubblica sicurezza».

La Corte costituzionale, con sentenza 27 maggio 1962, n. 30, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del presente articolo nella parte in cui prevede rilievi segnaletici che comportino ispezioni personali ai sensi della stessa norma costituzionale.

Art. 288 RD n. 639/1940

«La carta di identità costituisce mezzo di identificazione ai fini di polizia.

Chi la richiede è tenuto soltanto a dimostrare la propria identità personale».

Art. 294 RD n. 639/1940

«La carta d’identità od i titoli equipollenti devono essere esibiti ad ogni richiesta degli ufficiali e degli agenti di pubblica sicurezza».

laleggepertutti

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Written by forestalinews

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