“Se dovessi scegliere fra l’essere un semplice parlamentare e l’assessore dei Beni culturali della Sicilia, sceglierei di fare l’assessore”. Così Vittorio Sgarbi, al Museo regionale d’arte contemporanea di palazzo Riso, durante la conferenza stampa di presentazione della mostra ‘La scuola di Palermo’. “Mi dimetterò da parlamentare – ha aggiunto – quando sarà chiaro il quadro politico. Intanto aspetto che la giunta convalidi le elezioni”. Sgarbi fa capire che si dimetterà solo nel caso di una nomina come ministro dei Beni culturali.
Un’altra opzione potrebbe essere quella di fare il presidente della Commissione cultura della Camera. Non si accontenterebbe, invece, di un incarico di sottosegretario: “Lo sono già stato e poi non ho più l’età”.
Ma mentre il critico d’arte valuta le opzioni, il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci pensa al dopo-Sgarbi e lavora al nome nuovo, pensando a una figura tecnica per la guida dell’assessorato ai Beni culturali. “Penso a un assessore tecnico – dice – perché credo ci sia bisogno di un profondo conoscitore dei beni siciliani come è del resto Sgarbi, che però andrà a fare il deputato fra qualche giorno. Non c’è comunque pressione alcuna, né io ho pensato di voler assegnare il posto a questo o a quel partito”.
Il governatore parla poi delle difficoltà della maggioranza all’Ars: “Se volessi potrei portare alcuni deputati dell’opposizione come fece il mio predecessore, ma non lo farò: non è tempo di mercato nero, ognuno rimanga al proprio posto. Che non abbiamo una maggioranza è risaputo, io per primo l’ho detto ed è colpa di una legge elettorale che non consente al presidente eletto dal popolo di avere una maggioranza”.
fonte: lasiciliaweb
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