La Sicilia affronta diverse difficoltà legate alla presenza di cinghiali e all’arrivo della peste suina africana. La Regione è chiamata a intervenire per limitare i danni provocati dalla malattia e dalla presenza eccessiva di questi animali nelle aree boschive. Tuttavia, la Sicilia non ha grandi predatori come i lupi che potrebbero controllare la popolazione di cinghiali. Questi animali sono stati introdotti nel corso dei decenni e si sono riprodotti rapidamente, colonizzando anche le zone precedentemente prive di cinghiali.
A causa del pericolo rappresentato dalla peste suina africana e dell’elevato numero di richieste di abbattimento, soprattutto nelle Madonie, che sono una zona protetta, la Regione ha consultato gli esperti per pianificare un intervento adeguato. L’Istituto Zooprofilattico Antonio Mirri di Sicilia (IZS) ha organizzato una riunione con i principali studiosi per fornire un parere tecnico. È stato pubblicato un piano nazionale per gli abbattimenti e le catture dei cinghiali, che coinvolgerà tutte le regioni italiane tranne la Sardegna. L’obiettivo è contenere il patogeno responsabile della peste suina africana e prevenire la diffusione della malattia.
La peste suina africana è comparsa in diverse regioni italiane l’anno scorso e il piano si concentra sulla biosicurezza negli allevamenti. Oltre agli abbattimenti di animali selvatici, sono previste campagne informative per gli agricoltori e gli allevatori, nonché azioni di contenimento all’interno degli allevamenti colpiti dalla malattia.
Tuttavia, ci sono associazioni animaliste che guardano con diffidenza a questo piano, che prevede l’abbattimento di migliaia di cinghiali, incluso al di fuori della stagione di caccia e all’interno di aree protette. Alcuni sostenitori degli animali suggeriscono che l’abbattimento non sia la soluzione migliore e potrebbe avere conseguenze negative. Proposizioni alternative includono il censimento della popolazione di cinghiali con l’aiuto delle associazioni animaliste, l’alimentazione controllata dei cinghiali in luoghi specifici per allontanarli dalle zone abitate e la sterilizzazione dei maschi di cinghiale. Inoltre, si sostiene che l’introduzione dei cinghiali in Italia per favorire la caccia non abbia avuto successo nel contenere la loro diffusione.
In Sicilia, si attende di conoscere il piano definitivo e le decisioni prese dagli esperti dell’Istituto Zooprofilattico. Tuttavia, l’autorizzazione ai cacciatori di sparare nella provincia di Messina dal 3 luglio sembra indicare una tendenza verso l’abbattimento. La caccia continua a essere considerata un’opzione importante, non solo in Sicilia ma anche altrove.
Comments
0 comments