Scusateci, ci siamo sbagliati. Cari imprenditori toscani, non dovete versare i contributi previdenziali. L’Inps si ravvede ma fuori tempo massimo. Perché la scadenza ormai è andata – era il 16 novembre – e 150mila toscani l’hanno rispettata, magari con grandi sacrifici dato il momento nero che stanno vivendo. Per cui il dietrofront dell’istituto ha il sapore della beffa e del paradosso: chi si era comportato male, non pagando, si è comportato bene, e viceversa.
Una vicenda incredibile, di cui fanno le spese imprese fortemente in difficoltà, che hanno dato fondo ai risparmi per non essere additate come inadempienti. In questa storia, che ci accingiamo a raccontare, resta un unico punto fermo: la possibilità di regolarizzarsi entro il 16 marzo 2021 per chi non ha pagato. Potranno farlo in un’unica soluzione o, in alternativa, in quattro rate di cui la prima con scadenza prevista sempre per il 16 marzo.
Verrebbe da dar ragione a chi dice, secondo un proverbio in uso nella nostra Toscana, che “a pagare e a morire siamo sempre in tempo”. Perché chi ha versato i soldi il 16 non li riavrà subito ma solo in seguito sotto forma, come specificato dall’Inps, di una «una compensazione legale con altre partite o nelle denunce successive, previa presentazione dell’apposita istanza telematizzata» (la cosiddetta “dichiarazione compensazione”). «Si tratta dell’ennesimo pasticcio, frutto di una legislazione torrentizia, confusa e spesso contraddittoria, alla quale ha fatto sponda una prassi interpretativa illogica e discriminatoria» commenta il commercialista di Pistoia, Alessandro Pratesi, ricostruendo la vicenda. «La circolare Inps numero 128 esentava dal versamento le imprese che si trovano nelle zone arancioni e nelle zone rosse – spiega il professionista – la numero 129 del 13 novembre scorso cancellava la precedente, la numero 128, e limitava l’esenzione solo a quelle rosse. Nel frattempo, era stato reso noto che, mentre il 13 novembre Toscana e Campania erano ancora arancioni, dal 15 sarebbero diventate rosse e, per l’effetto, era lecito attendersi che sarebbe scattata l’esenzione dal pagamento dei contributi. L’Inps, invece, con l’ennesimo pasticcio, ha “cristallizzato” i colori al 13 novembre, costringendo le imprese toscane e campane a pagare».
Non finisce qui, però: il 20 novembre, con messaggio numero 4361, preso atto del clamoroso errore compiuto, «l’Inps ha fatto retromarcia, precisando che l’ordinanza del 13 novembre 2020 del ministro della Salute, firmata in concomitanza con la pubblicazione della circolare numero 129/2020, ha disposto l’inserimento nelle cosiddette zone rosse delle Regioni Campania e Toscana, con decorrenza 15 novembre 2020».
E il testo diramato dall’Inps nel suo messaggio sottolinea che «in considerazione del fatto che la citata ordinanza sia stata firmata in data antecedente al 16 novembre 2020, termine per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali in scadenza a novembre 2020 per la competenza del mese di ottobre 2020, sentito il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, comunica che sono ricomprese per la sospensione dei versamenti in trattazione anche le Regioni Campania e Toscana». «L’Inps, in sostanza – conclude Pratesi – preso atto della palese discriminazione, ha riconosciuto il pasticcio e, pur non rimborsando le somme percepite, permette di compensare gli importi già versati con le prossime scadenze. Intanto, però, il danno è fatto e chi, magari con grande sacrificio ha pagato, ha anche subito una beffa».
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