Perché i «regionali» siciliani prendono ottomila euro l’anno più degli «statali»? Se lo chiedono sul Quotidiano di Sicilia Valeria Arena e Patrizia Penna che, partendo dal rapporto dalla Ragioneria generale dello Stato, mettono in fila le retribuzioni medie dei dipendenti pubblici. Eccole: 30.695 euro lordi nelle buste paga dei «ministeriali», 34.944 in quelle dei «regionali» a statuto ordinario, 37.347 in quelle dei colleghi a statuto speciale e in cima in cima, svettante, il salario medio dei regionali siciliani: 38.547. Che dovrebbe salire ulteriormente di altri 85 euro al mese, come spiega l’assessore alle autonomie Bernadette Grasso, nella scia del parallelo aumento agli statali. È vero che questi prendono il 25% in meno ma potrebbe mai la Regione della «Bedda Matri» negare nuove prebende ai suoi protetti accampando la scusa che prendono già troppo?
Facciamo due conti: i 30.695 euro lordi in tasca a uno statale milanese equivalgono a oltre 6.005 euro in meno del Pil pro capite (36.700) lombardo, i 38.547 in tasca a un regionale palermitano a 23.242 in più del Pil pro capite siciliano, che secondo il Mef è a 15.305. Con un costo della vita che rispetto al Sud è nettamente più alto al Nord. Per non dire della nicchia (contata a parte) dei «regionali» che lavorano all’Assemblea regionale, il «parlamentino» siciliano. Se alla Casa Bianca la paga media è di 72.497 euro l’anno, all’Ars è di 146.500. Dieci volte più dei siciliani delle province più povere. «Uffa, sempre critiche!» Tra i criticoni c’è anche la Corte dei conti. Rendiconto di giugno: «La consistenza numerica dei dipendenti di ruolo della Regione siciliana rappresenta più del 23% dell’ammontare complessivo del personale di tutte le Regioni; il numero dei dirigenti è oltre un terzo di tutti quelli regionali in Italia, ed il rapporto con i dipendenti di 1 ogni 9…». Auguri.
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